L’Aloe Vera una grande risorsa
Negli ultimi anni l’Aloe Vera ha conosciuto grande popolarità, tanto da essere entrata nell’uso comune di chiunque cerchi di sfruttarne le proprietà lassative, in realtà difficilmente mi capita di incontrare qualcuno cha abbia reale familiarità con le concrete proprietà della pianta, oltre che con i possibili effetti collaterali.
L’Aloe disponibile in commercio si ottiene dal succo della pianta che al termine del processo di essicazione viene trasformato in polvere che, con meccanismo dose-dipendente, può avere attività amaro-tonica, digestiva, colagoga (facilita cioé la produzione e l’espulsione di bile dalla cistifellea) e lassativa.
Relativamente a quest’ultima caratteristica l’Aloe è compresa nell’elenco delle droghe lassative antrachinoniche insieme a Fragola, Rabarbaro, Senna, Cascara, ecc.
I componenti principali di queste droghe sono dei glicosidi che non sono attivi come tali ma richiedono un processo di rielaborazione dovuta all’opera preziosa ed insostituibile della flora batterica del colon ( mentre non subiscono alcuna modificazione nello stomaco e nell’intestino tenue) che li trasforma in prodotti finali biologicamente attivi.
E’ proprio nel colon, infatti, che i batteri intervengono producendo antrone, estremamente efficace nella sollecitazione della peristalsi intestinale e nella produzione di muco.
L’effetto lassativo dell’Aloe si manifesta in genere dopo 8-12 ore.
L’Aloe è certamente indicata per le stipsi atoniche ( caratterizzate cioè da una muscolatura intestinale poco attiva che ostacola il transito intestinale) ed in ogni caso in cui risulti utile la produzione di feci molli; utile l’associazione con piante carminative ( cioè che contrastino la produzione di gas intestinale con gli spasmi che ne deriverebbero)
Va sottolineato come l’utilizzo prolungato come lassativo di questa pianta finisca inevitabilmente per ridurne l’efficacia probabilmente proprio a causa della perdita di potassio che essa genera con conseguente paralisi della stessa muscolatura intestinale.
Infine, è importante ricordare come l’Aloe possieda un’azione francamente irritante, tanto da causare un aumento del flusso sanguigno all’altezza del bacino con possibile conseguente aumento delle perdite mestruali; da ricordare come, proprio a causa di questa azione, è controindicato in gravidanza perché potrebbe presentare effetti abortivi.
In allattamento è altrettanto sconsigliato il suo impiego (passa nel latte materno).
Proprio dall’incremento del flusso sanguigno all’altezza del bacino derivano tutte le altre controindicazioni: morbo di Crohn, emorroidi, fistole perianali, colite ulcerosa, appendicite e tutte le altre patologie infiammatorie collocabili nella stessa zona.
Non vanno però dimenticate altre caratteristiche di questa pianta, veramente notevolissime:
• Largamente utilizzata per uso esterno sotto forma di gel presenta, infatti, sperimentate proprietà cicatrizzanti e lenitive, oltre che schermanti dai raggi UV; è grazie ad esse che l’Aloe è spesso presente in moltissime creme solari.
Non solo: possiede un’azione anestetica locale, antiinfiammatoria, migliora il microcircolo in sede d’applicazione
• Oggi oggetto di molti studi l’azione antitumorale: ricerche recenti, infatti, hanno evidenziato la presenza di particolari sostanze (Acemannano e Aloctina A) che sembrano possedere effetti antineoplastici oltre che immunostimolanti. Il meccanismo d’azione non è ancora chiaro, attendiamo maggiori indicazioni e chiarimenti dai risultati degli studi in la da venire che consentano il suo impiego in questo senso.
• Attualmente la pianta viene largamente utilizzata per la prevenzione degli effetti collaterali in radio-chemioterapia con grande beneficio per i pazienti.
Ancora una volta, insomma, la fitoterapia ci propone una pianta dalle molteplici proprietà:
alcune già consolidate con una letteratura importante, altre ancora da chiarire, ma non perquesto meno considerevoli.
L’Aloe va considerata come una grande risorsa, le cui possibilità sono ancora in parte da esplorare.
Autore: Dott. Daniele Orlandoni